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    Circa un anno e mezzo fa, il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), l’agenzia federale oceanografica degli Stati Uniti, ha sentito la necessità di dover dichiarare ufficialmente che le sirene non esistono! “Le sirene del mare, metà umane e metà pesce, sono leggendarie creature marine di cui si racconta sin da tempo immemore”, ha scritto il NOAA nel suo sito web.

    Ma la sortita del NOAA non è casuale, infatti fu rilasciata in seguito alla messa in onda di un interessante programma trasmesso da Animal Planet dal titolo: “Sirene, il corpo trovato“, con il sottotitolo “un nocciolo di verità che vive sotto la leggenda delle mitiche sirene“.

    Si trattava in realtà di un docu-fiction, in cui, come ha precisato l’emittente, la scienza é stata usata “come un trampolino verso l’immaginazione”. Ma evidentemente tanti telespettatori lo hanno preso per un documentario e alcuni giorni dopo all’istituto oceanografico sono arrivate delle lettere in cui si chiedevano spiegazioni scientifiche. Ecco dunque la precisazione: Nonostante le premesse, “non sono mai state trovate prove dell’esistenza di umanoidi acquatici”.

    Eppure, non tutti sono d’accordo. Sono numerosi gli scienziati che hanno avanzato interessanti teorie sull’esistenza, nel passato evolutivo dell’uomo, della “scimmia acquatica", e cioè di una antenato acquatico in comune tra gli ominidi e le scimmie.

    E sarebbero numerose anche le testimonianze di coloro che affermano di aver visto degli “umanoidi acquatici” tutt’ora viventi. Secondo i teorici della cospirazione, il Governo Americano (nella fattispecie proprio del NOAA) sarebbe a conoscenza di queste creature e addirittura starebbe inscenando un clamoroso cover-up (che giustificherebbe anche il comunicato del NOAA) per nascondere il fatto di essere in possesso del corpo di una sirena.
    Prova di questo fatto, sarebbe il famoso suono oceanico “bloop” registrato nel profondo dell’Oceano Pacifico dal NOAA alla fine degli anni ’90.

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    Uno strano suono dal fondo dell’Oceano

    Nell’estate del 1997, il NOAA, con l’ausilio di un idrofono equatoriale, registrò più volte un suono misterioso proveniente dagli abissi dell’Oceano Pacifico. Il suono aumentava rapidamente in frequenza per circa un minuto, ed era di ampiezza sufficiente per essere ascoltato dai sensori ad una distanza di oltra 5.000 chilometri. L’origine del suono – battezzato “The Bloop” – è, come ammette il NOAA – di origine sconosciuta. Secondo alcuni, questo suono potrebbe essere la prova dell’esistenza di una specie sottomarina sconosciuta.

    Il team di Paul Robertson, un ex dipendente del NOAA, nel 2007 stava indagando sugli inspiegabili spiaggiamenti di massa delle balene. Nell'esaminare i campioni di tessuto dei corpi di alcune balene, i ricercatori si resero conto che i mammiferi erano stati danneggiati da sonar particolarmente potenti, utilizzati in diverse parti del mondo in occasione di esercitazioni navali.

    L’inquinamento acustico marino è un fenomeno che in questi ultimi anni ha avuto un grande incremento. La nuova tecnologia Sonar utilizzata sia per la mappatura del fondo dell’oceano che per l’individuazione di bersagli sottomarini, emette vibrazioni sonore percettibili fino a centinaia di chilometri di distanza.

    Quando una specie più sensibile, come le balene o i delfini, si trovi in prossimità dell’emissione del rumore subisce un vero e proprio trauma che la spinge ad una fuga precipitosa, fatale quando è diretta verso la superficie del mare. Secondo uno studio l’impatto di media frequenza di un sonar militare sull’udito di una balena è equivalente a quello di un motore di jet al decollo sull’udito di un essere umano che si trovi a tre metri di distanza.

    La conclusione cui giunsero gli scienziati marini è che le onde sonore emesse dai sonar erano talmente potenti da spaventare quegli animali dotati di un udito così sensibile. Nel tentativo di sfuggire alla raffica di onde sonore, i mammiferi si erano spinti in acque troppo basse per sostenere le loro dimensioni enormi, finendo per arenarsi.

    Per cercare di dimostrare questa teoria, Robertson e il suo team si servirono delle registrazioni di un idrofono di profondità. Fu proprio in quelle registrazioni che ascoltarono la prima volta il “bloop”. Utilizzando un software audio, i ricercatori riuscirono ad isolare il suono di una creatura sconosciuta mescolata con i suoni delle balene e dei delfini. Dopo più accurate analisi, i ricercatori ebbero l’impressione che queste creature sconosciute comunicassero con i mammiferi, forse con l’intento di salvarli dal rumore del sonar.

    Il corpo ritrovato

    Qualche settimana dopo, ci fu un altro spiaggiamento di massa in Sud Africa. Anche in quella zona i ricercatori registrarono suoni simili sui proprio dispositivi. Robertson e il suo team si recarono sul posto per investigare. Sulla spiaggia furono i resti di una creature sconosciuta all’interno dello stomaco di un enorme squalo bianco. Mentre esaminavano lo squalo, i ricercatori notarono una sorta di pugnale infilzato nel lato della bocca dello squalo.

    Come aveva fatto ad arrivare quel pugnale lì? Una volta tirate fuori tutte le parte dallo stomaco dello squalo, cominciarono a studiare attentamente i resti per capire di cosa di trattasse. All’interno trovarono la testa della creatura, una mano quasi completa, un longo osso tipo coda-pinna.
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    Inoltre, i ricercatori trovarono anche uno strano strumento con un buco. In un primo momento non compresero cosa fosse, ma poi si ricordarono del pugnale nella bocca dello squalo. L’oggetto sembrava essere un perfetto astuccio per il coltello ricavato da una cosa o una spina dorsale di qualche grosso pesce. Ma chi aveva potuto produrre un oggetto simile? .

    Alcuni dei ricercatori si convinsero di trovarsi di fronte ad una sorta di “ominide acquatico intelligente”, una sirena! Ora avevano senso tutte le misteriose lance e coltelli trovati nei corpi di numerosi pesce nell’oceano.

    Qualche giorno dopo, mentre il team stava per tornare negli Stati Uniti, i militari americani confiscarono i resti della creatura e i risultati della ricerca. Pare che il governo stesse studiano il fenomeno da molto tempo e che avesse utilizzato Robertson e la sua squadra per ottenere le informazioni che cercava. L’unica cosa che lasciarono fu la registrazione del famoso “bloop”.

    Gli scienziati rimasero sconvolti dal fatto che avevano sequestrato tutti i risultati ottenuti con anni di duro lavoro, ma le registrazioni erano il vero tesoro da conservare. Grazie ad esse, avevano capito che le sirene erano in grado ci comunicare con i delfini e le balene. Questa è la prima e l’unica volta che si possiede la testimonianza di una comunicazione interspecie. Come alcuni sanno, in alcuni paesi, i delfini aiutano i pescatori umani a catturare i pesci, in cambio di una lauta porzione di bottino! Dove hanno imparato i delfini a fare questo?

    La storia della teoria della “scimmia acquatica”

    Nel corso del tempo, diversi autori si sono dedicati alla teoria della scimmia acquatica. In un libro del 1942, il biologo tedesco Max Westenhofer ipotizzò che i primissimi stadi dell’evoluzione umana fossero avvenuti in prossimità dell’acqua. Così egli scrive: “Postulare un modo di vita acquatico in una fase precoce dell’evoluzione umana è un’ipotesi sostenibile, per la quale si possono produrre ulteriori indagini e elementi di prova”.
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    Ma il vero padre della teoria è il biologo marino Alister Hardy che, già nel 1930, aveva ipotizzato che gli esseri umani possano aver avuto antenati acquatici. Ma solo nel 1960 decise di divulgare la sua teoria. L’occasione fu un discorso tenuto al British Sub-Aqua Club di Brighton il 5 marzo del 1960.
    La tesi di Hardy si basa sulla convinzione che un gruppo di queste scimmie primitive, costrette dalla concorrenza con i loro simili e dalla scarsità di cibo, si sia spinta fino alle sponde del mare per andare a caccia di crostacei, molluschi, ricci di mare, ecc., nelle acque poco profonde al largo della costa.

    Il biologo suppone che queste proto-scimmie acquatiche, spinte dalla necessità di rimanere sott'acqua per diverso tempo – proprio come è capitato per molti altri gruppi di mammiferi – si siano adattate all'ambiente acquatico fino a rimanere in acqua per periodi relativamente lunghi, se non in maniera definitiva. Hardy esplicitò definitivamente le sue idee in un articolo apparso su New Scientist il 17 marco 1960.

    Dopo la pubblicazione dell’articolo, la teoria godette di un certo interesse per diverso tempo, ma fu progressivamente ignorata dalla comunità scientifica. Nel 1967, l’ipotesi fu evocata da Desmond Morris nel suo libro “La Scimmia Nuda“, nel quale si trova la prima volta l’utilizzo del termine “scimmia acquatica“. La scrittrice Elaine Morgan, dopo aver letto il libro di Morris, divenne la principale sostenitrice e promotrice della teoria. Nei successivi 40 anni di carriera, la scrittice ha dedicato 6 libri alla divulgazione dell’ipotesi di Hardy.

    Nel 1987, si tenne un simposio scientifico a Valkenburg, Olanda, per discutere la validità della teoria della Scimmia Acquatica. Dagli atti del convegno – pubblicati nel 1991 con il titolo “Aquatic Ape: Fact or fiction?” (Scimmia acquatica: realtà o finzione?) – emerge che gli scienziati non se la sentirono di sostenere l’idea che gli antenati dell’uomo fossero acquatici, ma che ci sarebbero alcune prove che avessero sviluppato l’abilità natatoria per alimentarsi nei fiumi e nei laghi, con il risultato che l’homo sapiens moderno può godere di brevi periodi di tempo in apnea.
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    Questa è solo una delle versioni “deboli” della teoria, utilizzata dai ricercatori per spiegare alcune caratteristiche umane che sono ancora avvolte nel mistero, quali la perdita del pelo cutaneo, la capacità di apnea, il grasso sottocutaneo e la capacità istintiva a nuotare dei neonati.

    Sebbene l’ipotesi della Scimmia Acquatica spieghi abbastanza bene il sorgere di queste caratteristiche, la maggior parte dei paleoantropologi tende a rifiutare la teoria, non accettandola tra le principali spiegazioni dell’evoluzione umana.
    Una lettura estrema della teoria di Hardy ha portato alcuni ricercatori indipendenti ha ipotizzare l’esistenza attuale, di umanoidi acquatici intelligenti che vivono in società complesse nel fondo dell’oceano. L’esistenza di queste timide creature sarebbe all’origine delle leggende sulle sirene, decantate anche da Omero nella sua Odissea. Ma è possibile ipotizzare l’esistenza di questi Umanoidi Acquatici? Potrebbero esserci delle prove?

    Le ultime novità dagli scienziati.

    Poche settimane fa un nuovo documentario andato in onda su Discovery Channel mette altra carne al fuoco, mostrando le inedite riprese di altri due studiosi che per sette mesi hanno perlustrato i fondali della riserva naturale della Groenlandia diffondendo incessantemente il suono del Bloop, fino alla comparsa improvvisa di uno di questi esseri.. una sirena.

    Di seguito vi riportiamo il video in questione e poi lasciamo a voi i commenti.


    Fonte

    Voi che ne pensate?

    Edited by SuperKikka91 - 9/2/2014, 15:43
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    Buoneeeee! :sbav:
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    Ingredienti
    - 150 g di pane ammollato nel latte
    - 500 g di patate lesse e schiacciate
    - 100 g di pecorino grattugiato
    - 50 g di salsiccia tagliata a tocchetti molto piccoli
    - un uovo
    - olio di oliva per friggere
    - Sale
    - pepe
    - prezzemolo

    Procedimento:
    - Mettete in ammollo il pane nel latte;
    - Lessate le patate, passatele nello schiacciapatate e poi fate raffreddare;
    - Strizzate bene il pane in modo da eliminare il latte in eccesso e poi unitelo alle patate e agli altri ingredienti;
    - Formate delle polpettine non più grandi di una noce e poi infarinatele in farina di semola;
    - Non vi resta che friggere le vostre polpettine.

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    Fonte

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    Si può usare anche il pane raffermo, anzi, è un buon modo per utilizzarlo senza buttarlo! ^^
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    Quando si viaggia è d'obbligo *-* magari d'estate, coi finestrini aperti e il vento che scompiglia i capelli...
    Tipo film! :yes:
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    Tutti sappiamo che si tratta di un alimento sano e nutriente ma pochi di noi conoscono invece le proprietà dell’acqua nella quale cuciniamo spaghetti, fusilli e fettuccine. Ricca di sali minerali e amido, l’acqua di cottura della pasta, può essere riutilizzata in tantissimi modi non solo in cucina ma anche in giardino e addirittura per la propria cura personale.

    1.Oltre che per un primo lavaggio dei piatti, può essere utilizzata per rendere più liquidi quei condimenti preparati in casa che risultano piuttosto densi come potrebbe accadere nel caso del pesto. Allungare leggermente il condimento con dell’acqua lo renderà più facilmente distribuibile in ogni piatto;

    2.Rimanendo sempre tra i fornelli possiamo riutilizzare l’acqua come brodo di base per la preparazione di minestre e zuppe o per effettuare nuove cotture come ad esempio quelle delle verdure al vapore;

    3.Tenendo conto che l’acqua della pasta o del riso sarà già salata e che quindi dovrete evitare di aggiungere il sale previsto dalle ricette, potreste anche provare a riutilizzarla per la preparazione dell’impasto di pane, pizze, focacce, crackers, grissini o torte salate;

    4.Se invece non è molto salata, potete utilizzarla per l’ammollo di legumi secchi come ceci e lenticchie. Notate bene però che l’acqua dell’ammollo non può essere impiegata per la cottura dei legumi;

    5.Se in genere mangiate senza sale, dopo averla fatta raffreddare, potete riutilizzarla per innaffiare i fiori e le verdure dell’orto;

    6.E gli innumerevoli usi dell’acqua di cottura della pasta non diminuiscono, inoltre, neppure uscendo dalla cucina. In quanto ricca di amidi, l’acqua può essere utilizzata ad esempio per preparare un impacco per capelli da applicare prima dello shampoo. Chi soffre di gambe gonfie e pesanti potrà invece sfruttare le proprietà dell’acqua per un pediluvio;

    7.Infine, se proprio non vi va di riutilizzarla né per la cucina né per la vostra cura personale potete sempre impiegarla per preparare la pasta di sale con cui far giocare i bambini.

    Fonte
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    Adoro questa canzone! :yes:
    E' la canzone mia e di Veronica :ahah:
    (spero legga xD)
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    Come risparmiare sul riscaldamento di casa? Durante l’inverno con la necessità di riscaldare gli appartamenti si corre il rischio di ritrovarsi con bollette stratosferiche per i consumi energetici in casa. Come evitare la batosta? Ci sono dieci accorgimenti, tutti semplici ed efficaci.

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    1 - La temperatura nelle case non deve salire sopra i 20 gradi: l’eccesso di calore è perfino dannoso alla salute. E un solo grado in più della temperatura aumenta i consumi in bolletta del 7-8 per cento.
    2 - Le valvole termostatiche vanno installate per regolare i consumi ed evitare lo spreco dell’accensione durante alcuni orari. Per esempio: il riscaldamento nelle ore notturne è assolutamente sconsigliabile.
    3 – I radiatori devono essere liberi da copritermosifoni e da mobiletti a incasso. Anche le tende rappresentano delle barriere. Se l’aria non circola liberamente diventa pesante, e i consumi energetici aumentano.

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    4 - Attenzione alle finestre aperte per il necessario ricambio d’aria. Bastano una decina minuti per cambiare l’aria di una stanza, ed è meglio farlo, per esempio, la mattina quando ci si sveglia. Il resto è spreco: si raffredda inutilmente l’ambiente e i consumi schizzano.
    5 - La distribuzione dell’acqua calda deve avvenire a una temperatura non superiore ai 45 gradi. Non esagerate.
    6 - Se dovete cambiare l’impianto di riscaldamento, preferite sempre caldaie a condensazione della potenza adeguata all'ambiente da riscaldare: potete risparmiare fino al 20 per cento dei consumi.
    7 - Se avete spirito d’iniziativa, provate a installare, ove possibile, pannelli solari. Tra l’altro potete usufruire di buoni incentivi statali.
    8 - Spurgate sempre l’aria dei radiatori per tenerli al massimo livello di efficienza. Se i vostri termosifoni sono vecchi e non hanno una valvola di sfiato, installatela: serve a risparmiare.
    9 - Non siate avari sulla manutenzione. La pulizia degli apparecchi, specie per la micidiale formazione del calcare, va fatta almeno una volta l’anno. Una caldaia non efficiente aumenta il consumo del gas anche del 30 per cento.
    10 - Se in casa ci sono troppi spifferi, sostituite le finestre a vetri singoli con vetri a doppia parete. Evitano dispersioni.

    Fonte

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    Articolo interessante!
    Ora, tolto il punto dell'installazione dei pannelli solari, che è una cosa alquanto impegnativa, penso siano consigli utilissimi!
    Devo passare l'articolo al mio proprietario di casa :lol:
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    Ingredienti:

    - 4 pandori piccoli
    - chicchi di mezza melagrana
    - 4-5 grappoli di ribes
    - 10 mirtilli
    - zucchero a velo q.b.

    Per la crema pasticcera:

    - 250ml di latte fresco intero
    - 25g di farina
    - 3 tuorli d'uovo
    - 75 g di zucchero
    . mezza bacca di vaniglia

    Preparazione:
    Preparate per prima cosa la crema: fate scaldare il latte a fuoco basso con la mezza bacca di vaniglia aperta; intanto sbattete bene i tuorli con lo zucchero e unite la farina setacciata, quindi aggiungete questo composto al latte e mescolate sempre a fuoco basso con una frusta. Fate addensare la crema e fatela raffreddare in frigorifero con un foglio di pellicola a contatto.

    Prendete i pandorini, sdraiateli sul fianco e tagliateli a fette dello spessore di circa 1 cm e mezzo, in modo da ottenere delle sezioni a forma di stella. Per ottenere una stella che sarà la punta dell’alberello, ritagliate con un tagliapasta a forma di stella la base del pandorino, rotonda e piatta
    Trasferite la crema pasticcera in una sac-à-poche e ponete la fetta più larga del pandorino su di un piatto da portata, quindi iniziate ad assemblare gli alberelli. Mettete al centro della fetta sul piatto un po' di crema, poi coprite con un’altra fetta più piccola di pandorino, facendo attenzione ad intersecare (e non a sovrapporre) le punte delle stelle: continuate così con fette sempre più piccole, fino all' esaurimento delle stesse, guarnendo ogni fetta con la crema. In questo modo avrete ottenuto un piccolo alberello di Natale di pandoro; ripetete la stessa operazione anche per gli altri tre pandorini. Spolverizzate con lo zucchero a velo le stelle sagomate ottenute in precedenza.
    Adagiate la stella sagomata sulla sommità del pandorino, utilizzando la crema come collante. A questo punto lavate e asciugate velocemente i ribes, togliendo ogni singolo frutto dal grappolo, lavate anche i mirtilli e sgranate la melagrana. Spremete dei ciuffetti di crema sulle punte dell'alberello e adagiate frutti rossi, come se fossero palline di Natale, sfruttando l’azione collante della crema pasticcera. Cospargete il tutto di abbondante zucchero al velo, come se fosse neve, e servite subito i vostri alberelli di pandoro con crema pasticcera e ribes!

    preview
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    Fonte
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    Descrizione del gioco:
    Just Dance è un videogioco musicale sviluppato e pubblicato da Ubisoft per Wii. È stato rilasciato il 17 novembre 2009 in Nord America, il 26 novembre in Australia e il 27 novembre in Europa. È simile al gioco Dance Dance Revolution con i ballerini che si muovono sullo schermo al fine di guadagnare punti ma la modalità di gioco è molto diversa. In Dance Dance Revolution i ballerini devono schiacciare con i piedi quattro frecce (su, giù, destra e sinistra) su una pedana per abbinare le frecce di scorrimento che appaiono su schermo. In Just Dance i giocatori usano solo il Wii Remote e tentare di imitare tutte le mosse del ballerino che appare sullo schermo. I giocatori guadagnano punti in base ai movimenti svolti e a come li si esegue. Dato il successo, sono stati pubblicati anche i videogiochi Just Dance 2, Just Dance 3, Just Dance Best Of, Just Dance 4, Just Dance 2014 e The Hip Hop Dance Experience.

    Modalità di gioco
    Il gioco ha tre modalità di gioco: la classica modalità "Partita Veloce" in cui i giocatori selezionano un brano qualsiasi e tentano di ballare con il ballerino su schermo, una modalità "Torneo" in cui i giocatori vengono eliminati se non totalizzano abbastanza punti o fanno troppi errori, e una modalità "Riscaldamento", in cui si effettua appunto un riscaldamento muscolare dalla durata di qualche minuto: al centro dello schermo c'è una figura che effettuerà rotazioni con le braccia, movimenti del collo, stretching e varie altre mosse che dovranno essere copiate ed emulate dal giocatore.

    Fonte:wikipedia


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    Voi lo conoscete? Ci avete mai giocato?
    Io l'ho visto "in azione" a casa di amici qualche settimana fa e mi è piaciuto un sacco! Infatti quando ho scoperto che nella wii a casa di Alberto ci sono tutti i Just Dance, ho iniziato a giocarci perché mi diverto troppo :yes:
    Certo, alcuni balli sono difficili per me o.O però mi diverto! :D
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    QUOTE (>Veronica< @ 21/9/2013, 13:25) 
    Rispolvero sto topic.. vi è capitato di vedere ombrato la prima volta che le avete messe? a tratti :/

    Più che ombrato iniziavo a vedere poco nitido...poi chiudendo e riaprendo gli occhi velocemente la situazione migliorava, evidentemente perché la lente non aveva aderito perfettamente ed essendo spostata causava la vista un po' offuscata.
    Ma le hai provate alla fine? :)
    Io vorrei riprendere ad usarle soprattutto dopo che mi hai detto questo fatto che rallentano la miopia...
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    Se trovo il modo di giocarci sul forum sarai il primo ad essere contattato xD
    Già ti vedo, sullo scranno da Oscuro Signore, che lanci occhiatacce a destra e a manca e che tratti come pezze i tuoi inutili servi xD
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    Beh, Alex...si dice "meglio tardi che mai" :D

    Ad ogni modo, noi non siamo contro il necroposting, se qualcuno vuole dire la sua a riguardo può farlo in qualsiasi momento perché il topic non è solo un aiuto per un utente in particolare (in questo caso Bea) ma per tutti coloro che con una semplice ricerca lo trovano e magari riescono a trovare la risposta che cercavano ^^
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    Idea carina aprire questo topic! ^_^
    Appena ho l'ispirazione (e soprattutto una connessione decente..) posterò sicuramente qualche dedica :)
    Magari qualcuna poi la trasmetteremo durante le future puntate di Radio Noi! :o: :D
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    Io aspetto il Cocktail Bubulina! :yes:
    :ahah:
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    La questione più che altro non è l'accordarsi sulle cose, ma spiegare che non ti senti più libera con lui, che se vuoi mettere le foto su fb non vuol dire che vuoi farti vedere o che sei malata...allora tutti quelli che hanno fb sono malati? :/
    Devi spiegargli le tue ragioni, dopodiché metti in chiaro le cose: se vuole stare con te non deve porre questi limiti, altrimenti arrivederci e chi si è visto si è visto.
138 replies since 15/9/2008
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